Ascolta il Podcast: Perché è un errore andare dallo Psicologo per migliorare la propria autostima
Annalisa (nome di fantasia) viene in studio perchè, a suo dire, ha un problema di autostima.
Ha letto molti articoli sul web che le spiegano che ci sono numerosi modi per aumentarla: dal curare il proprio abbigliamento, allo scrivere un diario personale; pensare in maniera positiva, fare uno sport, regolare la propria dieta o smettere di giudicarsi negativamente sono solo alcuni dei “preziosi” ed inutili consigli che ha trovato in rete o sui libri di auto-motivazione.
Risultato? La sua autostima è ancora più bassa e sente che nulla la può aiutare veramente.
Insomma qualcosa non ha funzionato e anzi ha peggiorato la situazione.
Strano…
… Com’è possibile che pur attenendosi ai consigli della “psicologia scientifica” non abbia risolto il suo problema di autostima?
Eppure sembrano tutti d’accordo (psicologi motivatori, mental coach, counselor new age, perfino ricercatori delle prestigiose Università americane) nel dire quanto sia importante essere positivi, a guardare il bicchiere mezzo pieno, ad avere obbiettivi chiari e coerenti e non ultimo a vivere senza stress.
Cosa non funziona? Perchè Annalisa non ritrova il suo senso di benessere in 5 mosse? Perchè nonostante il suo impegno non aumenta la sua autostima?
Annalisa mi racconta che le sembrano tutti buoni consigli, ineccepibili dal punto di vista logico: eppure…
Eppure si rivelano la solita fuffa psicologica inutilizzabile ma che ha un alto livello di consenso.
Eh sì, perchè uno dei motivi per cui la fuffa psicologica è così diffusa sta in una regola precisa:
le affermazioni psicologiche sono in realtà il caro buon senso (caro nel senso che costa caro crederci) e come tale viene preso per buono.
In realtà la psicologia è utile quando è contro-intuitiva, quando spiazza, quando ci permette di vedere oltre la banalità del sentire comune.
La psicologia diventa sensata quando sfida il senso comune per guardare ai mille modi creativi ed emozionati che la mente elabora dentro le relazioni affettive.
L’articolo di oggi, come dice il titolo stesso, ha l’obiettivo di aiutarti a capire perchè è un errore andare dallo psicologo per migliorare la propria autostima.
Quindi mettiti comodo, allaccia le cinture che si parte!
Primo principio contro-intuitivo:
1)Pensare in maniera positiva non migliora la propria autostima!
In barba a tutti gli articoli divulgativi che affermano il contrario, il wishfull thinking (detto anche pensiero illusorio analizzato da Christopher Booker) non farà altro che mettervi in un circolo illusorio.
Alla “fase da sogno” caratterizzato dal fantasticare senza grossi sforzi situazioni di riuscita e successo senza limiti ci si ritroverà inevitabilmente nella “fase da incubo” ovvero il risveglio nella realtà molto meno appagante.
Detto in soldoni: se domani inizio a pensare di che la vita mi sorride, che il mio mondo è il migliore dei mondi possibili, dove tutti si vogliono bene, collaborando e apprezzando se stessi e gli altri, sappiate che state vivendo una fase da sogno.
Ciò non diventerà realtà solo perchè lo credete vero.
Anzi è altamente probabile che vi ritroverete nella fase da incubo ben presto scoprendo che la realtà è ben altra:
Che la fiducia e la stima va costruita e non è data a priori;
Che le relazioni vanno coltivate e spesso sono anche frustranti e complicate.
Che la vita non è quel sogno da favola che tutti vorremmo di default ma che comunque ne vale sempre la pena.
Vale la pena rischiare, innamorarsi, vale la pena credere nell’amicizia per quante fregature possiate prende;
Vale la pena puntare nelle relazioni perchè sono quelle che rendono interessante vivere la vita (se vuoi puoi vedere questo video)
Vediamo ora il secondo principio:
Secondo principio contro-intuitivo
2) Non migliorerete la vostra autostima raggiungendo obiettivi ma raggiungerete obiettivi utilizzando la vostra autostima
Non si pratica uno sport, non ci si pone obiettivi professionali o affettivi (trovo un partner, faccio figli e famiglia) per migliorare l’autostima ma è l’esatto contrario.
É attraverso la vostra autostima che potete farvi carico dei vostri obiettivi e delle vostre passioni. In caso contrario utilizzerete gli altri in maniera narcisistica.
Il vostro compagno/a diventeranno la cartina tornasole della vostra autostima; il lavoro vi dirà se valete oppure no.
Insomma vi ritroverete in balia dell’esterno per aumentare l’autostima con un continuo senso di insoddisfazione.
L’autostima è lo strumento per raggiungere i vostri obiettivi e non il contrario!
Potete amare qualcuno solo se vi fidate della vostra competenza ad essere interessante e attraente; potete riuscire nel lavoro solo se avete una buona autostima per poter essere di aiuto a qualcun altro.
Terzo e ultimo principio contro-intuitivo
3) La propria autostima è in rapporto alla vostra competenza a saper pensare alle vostre emozioni in maniera ironica.
Le emozioni spesso vengono classificate in maniera duale: negative o positive. Niente di più sbagliato. Non ci sono emozioni positive o negative, ma solo emozioni.
Il problema è se sono pensabili in maniera ironica oppure no.
Se posso ironizzare sulle mie fantasie distruttive, sui miei limiti e sui miei desideri, allora posso sorridere dei problemi e affrontarli con indulgenza e benevolenza.
Se sono in preda del mio “giudice interiore” sarò sempre pronto ad accusarmi o a lamentarmi di come sono fatto, a vedere i difetti e le mancanze, ad alimentare in definitiva la fantasia che la vita sia un postaccio pieno di sforzi e dolore.
Cosa fare allora?
Annalisa può iniziare un percorso psicologico (andate “Nella stanza dello Psicoterapeuta” dove potrete vedere cosa succede ad Annalisa rivolgendosi ad uno psicologo e sperimentare come migliorare veramente la propria autostima giusto cliccando quì).
Un percorso dove investire su se stessa, imparando a utilizzare la propria autostima in maniera utile e produttiva, per promuovere sviluppo dentro le relazioni con gli altri.
Se hai trovato utile l’articolo e pensi che possa esserti utile, insomma …
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