Ascolta il Podcast: 3 Modi infallibili per (non) sprecare soldi e tempo nella Psicoterapia
Spesso troviamo sul web numerosi articoli che parlano dell’importanza della psicoterapia, di quanto la psicoterapia faccia bene alle persone per una miriade di motivi diversi.
Oggi invece vedremo come sprecare tempo e denaro per effettuare una psicoterapia che duri a lungo senza produrre alcun risultato.
Basteranno alcuni accorgimenti precisi, sia nella fase preparativa che quella iniziale per riuscire ad indirizzare la vostra psicoterapia verso l’inutilità assoluta.
Se siete preoccupati di non riuscirci non vi preoccupate:
Elencherò i 3 modi più diffusi e per certi versi infallibili per rimanere impantanato in una psicoterapia inefficace e frustrante.
In realtà di strategie ce ne sono molte (ho scritto a tal proposito altri articoli a riguardo che potete ritrovare quì).
Queste 3 elencate invece sono particolarmente efficaci anche quando incontrate uno psicologo competente.
Allora, senza troppi preamboli, iniziamo a scoprire quali sono:
Prima strategia:
“Diffidate del vostro psicoterapeuta”
Questa prima modalità ha bisogno di una preparazione inziale, per risultare realmente efficace.
Vediamo insieme le 4 fasi per diffidare del vostro psicoterapeuta in modo impeccapibile.
Prima fase:
Procuratevi tutti i libri che potete sull’autoanalisi, sullo sviluppo personale, sulle varie tecniche che servono per farcela da soli.
Di libri del genere se ne trovano a bizzeffe, manuali di self help dai titoli accattivanti (“La cura è dentro di te”, “Autoguarigione efficace con il metodo del ping pong”, “Cambia te stesso in 21 giorni”).
Sono libri che vi convinceranno che la soluzione a tutti i vostri problemi siano risolvibili con il pensiero positivo, un pizzico di new age e una spruzzata di sano buon senso.
Ma soprattutto devono essere libri che vi motivino a essere carismatici, assertivi e sempre sicuri di voi stessi, al 100%.
Sempre senza alcun confronto con l’esterno, in una specie di delirio di onnipotenza dove ve la cantate e suonate da soli.
Seconda fase:
Contattate più psicologi contemporaneamente per poter fare un confronto tra le varie modalità di approccio.
Questo vi permetterà di entrare nel mondo della diffidenza in maniera più accurato.
Al primo colloquio andate con il piglio di chi non vuole prendere fregature!
Fatevi fornire tutti i riferimenti professionali; che approccio usa, che percentuale di riuscita raggiunge, quali strumenti possiede. Insomma pretendete una incontrovertibile dimostrazione che è lui il terapeuta che fa per voi con la ferrea convinzione che fidarsi è bene non fidarsi è meglio.
Terza fase:
Ponete il problema che vivete e rimanete inesorabilmente in silenzio aspettando una soluzione “concreta”.
Ad ogni possibile interpretazione ed intervento dello psicologo potete utilizzare varie formule.
Provate con “Non lo so, può essere” oppure “E’ lei lo psicologo” per poi fare la faccia di chi è aperto ad ogni possibilità senza però credere mai a nulla.
Quarta ed ultima fase:
“Fate dilagare la vostra diffidenza ad ogni aspetto della vita”
Diffidate di chi vi ama (con tutte le separazioni e i divorzi figuratevi se esiste l’amore vero);
diffidate degli amici ( sono tutti pronti a pugnalarvi alle spalle nel migliore dei casi, o ad essere amici solo per motivi di interessi personali),
diffidate dei parenti (lo dice pure il detto: parenti serpenti).
Potrete così passare anni e anni in psicoterapia chiedendo prove concrete allo psicologo sui presunti motivi per fidarvi degli altri, dimostrando a voi stessi che
“La fiducia non è altro che ingenuità”
Seconda strategia:
“Ponetevi obiettivi fumosi”
Se siete a corto di idee, basta fare una breve ricerca su internet e avrete l’imbarazzo della scelta:
aumentare l’autostima (d’altronde alzi la mano chi non ha problemi con l’autostima);
scoprire il proprio inconscio (essendo operazione interminabile per definizione ciò vi garantirà una lunghissima psicoterapia senza fine);
individuare le cause dei vostri malesseri nei traumi vissuti in famiglia durante l’infanzia e soffrendo per ciò che non avete ricevuto.
Per questo ultimo punto ricordatevi bene di individuare un padre assente e una madre possessiva nel vostro repertorio familiare.
Vedrete che se vi applicate con costanza la vostra psicoterapia potrà essere completamente (in)sensata e inutile.
Terza e ultima strategia:
“Essere adempitivi”
Adempiere è una strategia molto utile se volete che la vostra psicoterapia sia lunga e soprattutto noiosa.
Andate dallo psicologo senza obbiettivi, con lo stesso piglio di quando si va alla scuola dell’obbligo, giusto perchè si deve andare.
Mettetevi nel ruolo dello studente che, obbligato, non si chiede a cosa serve quello che va a fare, confidando nelle capacità curativa della psicoterapia.
Se vi venisse in mente di provare a pensare a come utilizzare quello che avviene nella consulenza psicologica, siate pronti a sbarazzarvi immediatamente di questi pensieri.
Non osate chiedervi come utilizzare le emozioni che provate per dare un senso alle vostre relazioni.
Siete in psicoterapia come paziente e come tale pretendete da voi stessi la massima passività.
Vedrete che potrete frequentare lo psicologo per numerosi anni, riuscendo a vanificare qualunque possibilità di farvi carico della vostra vita.
P.S.: se proprio pensate che forse, ponendovi obiettivi utili e mettendo in discussione la diffidenza, potreste valorizzare le vostre relazioni potete…
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